“7 Se…” sulla Grecia a cui rispondere

Mykonos, Paros, Milos, Santorini, Karpathos... sono solo alcune delle isole che negli anni sono cambiate a dismisura.

Isole che, in un modo o in un altro, si sono allontanate dalla loro selvaggia e selvatica bellezza.

Perché il fascino della Grecia, diciamolo, risiede in quel piglio tipicamente irriverente, snervante, implacabile e inaspettato che caratterizza tanto la natura quanto lo spirito ellenico a tutto tondo.

Ecco infatti il meltemi, ecco infatti i ritardi impossibili, ecco infatti un temperamento che alle volte non lascia scampo. I greci possono essere amici gentilissimi e super accoglienti; oppure vicini di casa furibondi e belligeranti come nel Mani o ancora amici di vecchia data che, turbati da un GRAVISSIMO sgarro, non si parlano più per anni*.
*(del tipo: Nikos presta un tagliaerba che non usa mai a un amico e quest'ultimo glielo restituisce dopo un anno invece che dopo una settimana e i due, a fronte di tale affronto, non si parlano per anni dopo secoli di fraterna amicizia).

E allora noi che abbiamo visto e amato tutto ciò; noi che abbiamo empaticamente interiorizzato questa Grecia selvatica; noi che ci siamo addirittura ammalati "mal di Grecia"; noi che... ci troviamo oggi un po' spaesati e ci poniamo delle domande.

Temiamo infatti che le nostre Mykonos, Paros, Milos, Santorini, Karpathos... abbiano preso una brutta strada al pari dei "ragazzi sbandati" che si rovinano e vagando di qua e di là a seconda di quel che dice il capo branco della sua brutta compagnia.

E allora io, con voi, mi pongo le seguenti domande e sempre con voi mi do delle risposte...

E se la nostra Grecia diventasse un po' come Santa Margherita oppure Jesolo oppure, in alcuni casi, come Porto Cervo l'ameremmo sempre?

E se la nostra isola si italianizzasse spudoratamente assomigliando in alta stagione più a una colonia delocalizzata della nostra città ci andremmo sempre?

E se il ritmo del siga siga si evolvesse lentamente, ma inesorabilmente, in un dicotomico veloce veloce cosa penseremmo?

E se le spiagge fossero tutte a pagamento e non rimanesse più uno scampolo di sabbia libera ci arrabbieremmo?

E se l'urbanizzazione prendesse il sopravvento sulla natura ci sentiremmo defraudati?

E se il turista diventasse un semplice "porta soldi" e non una persona in carne e ossa, cosa proverebbe il nostro spirito?

E se filotimia e filoxenia si commutassero in "arriva, consuma, poi smamma che per noi è meglio" ci stupiremmo?

Io queste domande me le pongo ogni volta che torno dalla mia isola in alta stagione. Perché la mia isola, al pari di quelle citate, sembra un po' fuori rotta e allora la paura è vera e intensa e pervasiva al pari della sofferenza che comporterebbe il volerla abbandonare per sempre.

Perché noi quelle Karpathos, quella Mykonos, quella Milos... le abbiamo viste crescere, diventare adolescenti e poi adulte. Le abbiamo viste quando il nostro sorriso straniero rappresentava per loro la moneta più importante; poi l'abbiamo viste quando il nostro essere italiani diventava importante perché loro - gli isolani - aveva un terreno da vendere e noi magari li potevamo aiutare "perché gli italiani qui comprano tutto"; poi le abbiamo viste cambiare lingua: al ristorante non più solo greco e inglese ma anche italiano; poi abbiamo visto il cemento arrivare sulle spiagge più belle...

E allora noi abbiamo paura e quasi quasi non vorremmo più andarci in quelle nostre Mykonos, Paros, Milos, Santorini, Karpathos... perché i sentimenti che proviamo, quando andiamo da loro a Luglio e Agosto, sono troppo irruenti: tristezza, rabbia, amore e malinconia.

E allora io con voi mi metto a rispondere, a distanza, a tutti quei "se" che mi tormentano: se la mia Grecia, se la mia isola, se il suo ritmo, se le sue spiagge...

E allora capisco con voi che queste nostre isole, anche in un mondo impazzito, restano e resteranno sempre e comunque irrimediabilmente greche: perché il loro temperamento ellenico è dato da un mix di "capacità di adattamento", "finti compromessi", "soluzioni creative", "testarda autoconsapevolezza circa la propria superiorità".

E allora capisco che le nostre Mykonos, Paros, Milos, Santorini, Karpathos non prendono in giro noi scegliendo di snaturare se stesse, ma prendono in giro i turisti "mordi e figgi" facendo finta di essersi lasciate addomesticare. Perché loro, sì le isole, sono più forti di tutto e a quella selvaggia e selvatica bellezza non rinunceranno mai.

Loro si sono adattate alle richieste e all'urbanizzazione, alle volte esagerando, ma chi le conosce bene sa che non hanno mai rinnegato se stesse...

Si sono fatte più turistiche per riuscire a campare e non dover più emigrare (ricordate gli anni settanta).

Si sono piegate a Luglio e Agosto ma ritornano sé stesse fuori stagione.

Si sono cementificate in alcune zone ma sono restate rurali e campagnole in altre.

E poi, ancora, ricordiamo che filotimia e filoxenia resteranno sempre caratteristiche intrinseche e indelebili; e poi sappiamo che le spiagge avranno sempre degli spazi free; e poi siamo certi gli amici greci - veri e puri - prenderanno sempre in giro quel tipo di turista "mordi e fuggi" a cui fatto finta di piegarsi a luglio e agosto.

Perché loro, le nostre isole, sono furbe e creative come tutto il popolo che hanno generato e allora noi, alla fine, decidiamo che da loro ci torneremo e iniziamo a smanettare su internet per trovare un volo destinazione Atene &Co a Novembre, Dicembre, Gennaio, Febbraio, Marzo, Aprile e Maggio...

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