Quando una Vacanza in Grecia riesce a trasformarti nel profondo facendoti tornare bambino…

Il racconto a seguire ci insegna, o forse solo ricorda, che... la Grecia, o meglio la filoxenia greca, riesce molto spesso a trasformare anche il più imbruttito degli italiani in una persona "umana". Giù le maschere, addio le dieta, abbasso le sciarpe, chissene auto-costrizioni. Solo vento, mare e quel senso di libertà che ci fa tornare bambini.

"Travolti da un sorprendente ma non insolito destino... Dopo anni di estati a Formentera, la Miki e il Paolo hanno deciso di seguire i consigli della loro fidatissima amica milanese e, quest’anno, hanno prenotato la loro vacanza a Farkantis. Impattare per la prima volta con una piccola isola dell’Egeo, può essere travolgente quanto sorprendente.

Lo sbarco, di per se destabilizzante, può risultare sorprendente: la moderna possenza dei ferries, unita all’insospettabile efficienza ellenica nella gestione del porto, mette in crisi l’idea di trovarsi in un paese sgangherato.

Se c’è invece una cosa in cui i Greci non sono sgangherati è proprio il porto. Appena usciti dal ponte, trascinandosi pesantissime quanto inopportune Samsonite, si abbatte sulla cotonatissima lei la prima vera tragedia greca: il Meltemi. Il panama, tenuto gelosamente sulle gambe anche in aereo, pur di non stropicciarlo imbarcandolo, prende il volo lanciato come catapulta verso l’Egeo. Addio...

Arrivati in hotel a colpi di schiaffi d’aria calda, su un pick-up lavato l’ultima volta dalla pioggia di novembre, chiedono subito al padrone di casa se può far qualcosa per gli spifferi della porta della camera, se sto ventaccio si calmerà durante la notte, se è possibile cenare in luogo riparato...

Lei, mimando il gesto della forbice con le dita, cerca anche di capire anche se c’è un parrucchiere in zona. Naturalmente i Greci sorridono: di Meltemi non è mai morto nessuno; veder i due prepararsi all’uscita, bardati con sciarpe e pashmine colorate adatte ad imprese himalayane, è sempre fonte di grande ilarità.

Il secondo fenomeno, che lascia i nostri bencapitati sgomenti, è l’uso smodato della lingua inglese e, spesso, di qualche parola di italiano. L’italica coppia, non esattamente a suo agio con l’idioma straniero, trova sorprendente che anche il benzinaio ottantenne di Aghios Qualkecosa saluti, risponda e sappia far di conto, in inglese.

Lo stesso riesce anche ad indicargli la strada per il ristorante, regalandogli anche la cartina dell’isola. Illusoria, invece, si rivela la convinzione tipicamente italica che tanto, in un modo o nell'altro, ci si riesce a far capire a suon di gesti. Il gesticolare è incomprensibile nonché generatore di larghi sorrisi tra gli ellenici.

Una volta arrivati al ristorante continuano le sorprese: tutto pieno ma il cameriere dice che c’è posto. La Miki già storce il naso pensando di dover condividere la tavola con due svedesi ancora in canotta e costume, il Paolo cerca le recensioni su TripAdvisor... tutte buone... ma è tutto pieno.

Come in una scenografia teatrale, da dietro una quinta esce un tavolo portato sulle spalle da Manos, il cameriere. Con la leggerezza di un primo ballerino della scala, sfiora teste, lampadine e sedie. Ampia giravolta su se stesso in mezzo alla sala e sbaaam… ecco pronto il tavolo. Le due sedie le porta Panagiota che, dopo una rapida passata di straccio è già pronta con il taccuino, la penne dietro l’orecchio e la lista dei piatti del giorno da declamare in cantilena, in almeno tre lingue diverse.

Manos nel frattempo ha steso controvento la tavaglia di carta col logo dell’isola, pinzato i lati, portato acqua, pane, forchette, coltelli, salviette e local wine: allestimento basico minimo della tavola isolana. Alla prima cena il Paolo, maschio italico deve far colpo e stabilire i parametri: sfoggia alcune reminiscenze liceali di inglese, ed ordina tutto ciò che gli risulta semicomprensibile nel menù.

La coppia viene travolta da un numero esagerato di piatti, contorno compreso. Sorpresi da tanta abbondanza, dopo non molto, abbandonano a metà i piatti, sconfitti. Il Paolo sbottona la cinta di due buchi e sbofonchia; la Miki, stordita dai trigliceridi, abbandona lo smartphone e nutre a spizzichi l’immancabile gatto di casa. Chiedono il conto. Nuova sorpresa per i nostri due eroi: costa meno di un aperitivo in centro, scompare la sensazione di pesantezza pantagruelica e pagano soddisfatti. Portafoglio in hotel... maledizione... chiedono imbarazzati e con scarse speranze, se accettano la carta di credito: ma figurati... in mezzo all’Egeo, isoletta con cento abitanti, taverna scrausa… “Yes sure, we have also ApplePay” risponde Panagiota sfoderando l’ultimo modello di bancomat portatile. Credendo di potersela cavare con un frettoloso saluto tentano di alzarsi ma Manos, cameriere ballerino, li blocca facendo abilmente scivolare tra loro un piatto di anguria e melone, omaggio della casa. A casa, in Italia, per avere uno sgroppino va intavolata una trattativa sindacale col titolare. Prima che finisca la frutta Manos è già di ritorno con due bicchierini pieni e coloratissimi. Il Paolo non se lo fa dire due volte e ne impara un’altra: Yamaaaas! La Miki ci prova: mezzo sorso e strabuzza gli occhi colpita dalla gradazione... però non è male... non male... con l’altro mezzo sorso invece fa un sorriso. Al terzo sorso il sorriso si stampa in una semiparesi. Quando quasi tutti han finito di cenare, senza grandi premesse, il volume della musica si alza e parte un ballo tradizionale, la sala improvvisamente si anima, qualcuno batte le mani a tempo, qualcuno balla: Opppaaaa!

Per primi partono i camerieri, poi escono i lavapiatti che si uniscono. Manos, ormai best friend, prende per mano la Paola che, euforica di rakomelo, si lascia trasportare e volteggia, i tavoli si spostano e si improvvisa la festa. Il Miki è al banco per il secondo e non ultimo rakomelo!"

E questo racconto, scritto da Alessandro Padovan, ci ricorda con ironico realismo quanto segue: la prima notte ellenica in cui si è travolti da un sorprendente, ma non insolito destino, si ricorderà per sempre e con assoluta nostalgia!

Opppaaaa! Yamas! Benvenuti. Grazie Alessandro... e se il suo racconto vi è piaciuto cliccate sotto:

Pronti (o quasi) per le Vacanze Greche? Scoprite, allora, come capire se il vostro vicino di OUZO è Italiano, Greco...

تم النشر بواسطة ‏‎My Greek Salad‎‏ في الأربعاء، ١٠ يوليو ٢٠١٩

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