Ambientato (in parte) a Naxos: L’Isola dell’Abbandono

Letto per voi: L'Isola dell'Abbandono di Chiara Gamberale... Un libro che consiglio di leggere soprattutto alle donne, la trama è infatti romanticamente malinconica e ricorda il bellissimo testo L'Isola dei Gelsomini, ambientato in parte a Naxos.

Roma, Naxos, Arianna, Stefano, Damiano, Di per un racconto che spazia andando ad abbracciare i momenti più importanti della vita di ciascuno di noi: la gioventù e la maternità, l'amore e la paura passando, ovviamente, per l'abbandono.

Per presentarvi il libro ho scelto di intervistare l'autrice Chiara Gamberale che ringrazio di cuore per il tempo concessomi. Ecco a voi...

Quali sono le Isole più belle che ha visto in Grecia?

Astipalea, Milos, Naxos…Forse sono le tre a cui sono più legata.

A proposito del libro L'Isola dell'Abbandono. Il meltemi è il primo cenno alla Grecia… il meltemi o si ama o si odia. Lei lo ama o lo odia?

Io lo amo. Proprio come la protagonista del mio romanzo, Arianna, è un vento da cui mi sento protetta perfino mentre mi minaccia con ricordi di momenti felici che a volte preferirei dimenticare…

Estrapolo una delle frasi del libro: “Ma se sapessimo di cosa abbiamo bisogno, non avremmo bisogno dell’amore.” Cosa significa? Che se sapessimo che vogliamo solo la libertà, ad esempio, non avremmo bisogno di amore e di figli?

Significa che l’amore ci mette in contatto non solo con i misteri dell’altro, ma anche con i nostri…E ci può rivelare parti di noi che non avevamo mai compreso da soli. 

L’Isola: è la meta preferita di chi vuole scappare ed è irrequieto. Ma poi, in un’Isola, si si può restare bloccati… Se c’è tempesta non si parte, non arrivano le navi etc etc. Come si spiega questa contraddizione?

Anche la mia protagonista fugge a Naxos e poi si ferma lì, perché l’abbandono che ha ricevuto non le dà la forza di tornare subito a casa, a Roma. E a quel punto, proprio su quell’isola dove credeva di essersi messa in salvo da se stessa, è chiamata a un contatto profondo e assolutamente sincero con le sue paure e i suoi limiti… Le isole lo fanno, è così che ci fregano. E in questa contraddizione tutto il loro mistero.

Rimanere fanciullini musici nella vita e mantenere un approccio di stupore nei confronti della vita, a suo parere, rende deboli o forti? Stefano è reso debole da questa sua attitudine. Anche gli artisti spesso sono fanciullini musici: riescono a stupirsi per ciò che offre la vita, raccontandola in modo diverso rispetto ai "grandi", ma proprio per questo alle volte ne restano sopraffatti. Cosa ne pensa?

 Certo, è anche per questo che gli artisti sono così fragili…Ma Arianna si sforza di interpretare la vita attraverso la poesia: Stefano rifiuta la vita e per questo si rifugia nella poesia, e il suo infantilismo prende i tratti di un narcisismo patologico. In comune entrambi hanno il fatto che la realtà così com’è non fa per loro, non riescono a gestirla. Arianna però, nonostante il suo percorso sia accidentato, vuole vivere, vuole uscire dal labirinto. Stefano sopravvive, e anziché gestire i suoi mostri per proteggere chi ama, protegge i suoi mostri e gestisce chi ama. 

Amore e Morte: è un binomio che in filosofia torna spesso. Lo si ritrova anche nel sacrificio della crocifissione. Perché la tragicità degli eventi sembra essere la sola cosa che ci fa dare valore alla vita o alle persone o alle esperienze…

 In questo romanzo qualcuno muore, qualcuno viene abbandonato. Ma c’è anche qualcuno che nasce e qualcuno che si innamora. Credo che tutte e quattro queste esperienze ci diano l’opportunità di dare valore alla vita che viviamo, di capirla meglio, di crescere, cambiare…Sono le irruzioni che fa la vita nei nostri giorni, quando ci toglie dalle mani l’illusione di poterla controllare. 

Cosa ha la Grecia di diverso in questo? Le persone Greche, a mio avviso, hanno dentro l’amore per le spiegazioni; per la mitologia; per i nomi magici. Da Dorotea che significa Dono di Dio (e che i grechi ti raccontano con la luce negli occhi) a Evanghelia che è l’annuncio dell’Angelo … un Greco cerca sempre di darti spiegazioni su tutto… è per questo che la protagonista ha trovato la pace con se stessa solo lì?

Sì, anche per questo. Non a caso tutti i miei protagonisti hanno nomi greci e le loro etimologie hanno profondamente a che fare con il loro temperamento…Per esempio, Damiano significa “colui che guida, che sottomette”. E mi sembrava un nome perfetto per quel personaggio, lo psicologo prima di Stefano e poi di Arianna che nel corso della storia assume un peso sempre più importante. 

Cambiando libro e parlando di un altro romanzo ambientato in Grecia... ha letto “L’Isola dei Gelsomini” di Joanna Karistiani?

 Sì, e l’ho amato molto. 

Ha letto L’Esattore di Petros Markaris?

No! Dovrei? 

Se le piacciono la Grecia ed il popolo greco sì...

Un grazie a Chiara Gamberale per questo "dialogo intervista" dedicati sia al suo romanzo L'Isola dell'Abbandono sia alla Grecia.... PS: se non avete letto il libro sotto un link che vi può essere utile.

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