Chios… l’isola in cui lasci il cuore

Estate 2018, destinazione unica Chios, che non è una variante al nome dell'isola di Kos come tanti credono.

Chios è fronte Turchia , affaccia sul distretto di Çesme. La difficoltà nel raggiungerla la tiene lontana dalla massa turistica europea . I voli coordinati con orari umani li fa solo Aegean Airlines per il resto bisogna fare i conti con una notte passata ad Atene ad aspettare la coincidenza oppure con un'infinito viaggio dal porto di Rafina o Pireo fino quasi in Turchia.

Chios è benedettamente e maledettamente Turca . Negli anni della potenza economica Turca era l'isola delle loro vacanze . La maggior parte delle ricezioni turistiche , ristoranti compresi, sono turchi.

Tanti ristoranti hanno il menù turco/greco - neanche in inglese - i camerieri parlano poco inglese e mai italiano. Ma non è un problema perché con Google Translator comunichi anche in arabo.

Montagne a Chios

Arriviamo all'aeroporto di Chios la sera tardi . Gli unici italiani del volo Olympic. Prima cosa fermiamo un taxista poi pensiamo ai bagagli... se li perdevamo eravamo fritti. Ebbene dal porto di Chios a Karfas - dove alloggiavamo - ci sono 7 km, dieci minuti di auto.

Arrivati allo Studio ci aspetta Dimitri, uomo di una bontà che traspare dagli occhi. Ci dice subito di andare a mangiare qualcosa prima che chiudano le cucine, le formalità le avremmo fatte il giorno successivo. La stradina per andare al centro è buia e sterrata, torcia Samsung e via andare . Il centro di Karfas è di 150 mt. con tre ristoranti, 2 pub, un minimarket e poi sabbia e mare … quella sera si gioca una partita di calcio di non so chi, la vietta è piena di bimbi che giocavano anch'essi a calcio.

Nostro figlio, 4 anni, figurati se non ci si tuffa ma viene messo fuori, lo porto via ma lui non molla, si alza allora dal tavolo un uomo che prende la palla… Fermi tutti… Silenzio… in un greco leggermente incazzato dice agli altri di farlo giocare e di fare piano perché è piccolino….morò, così lo chiama, e poi mi guarda e mi dice Parakalò kalòsirthate, welcome e ci beviamo una birra... siamo arrivati in Grecia al 100%.

Siamo tanto stanchi da non avere sonno, ritorniamo verso lo Studio perché il pupo è noioso, dopo 16 ore di viaggio è stato un eroe.

L'indomani mi sveglio presto come al solito e faccio un salto per vedere dove posso trovare una bakery per la colazione. Appena metto i piedi fuori vedo un signore nell'orto di fronte, è di obbligo il Kalimera, è di obbligo che mi chiama e dalla maglietta arrotolata mi mette 20 fichi nelle mani, lo ringrazio e mi dice "àvrio xanà" domani ancora. Torno in camera mollo i fichi in frigor e proseguo.

La sera neanche l'avevo vista, ma la mattina mi si presenta agli occhi la baia di Karfas: bellissima, tremendamente ventosa, la Turchia all'orizzonte, una palla di fuoco alle sei e mezza del mattino emozionante come poche altre cose . Le strade vuote, qualche cane in giro e nessun ombra di vita dietro le vetrine dei tre panifici lungo la strada principale.

Aprono tutti dopo le 8.00. Sfrutto il tempo camminando… ci sono ville hollywoodiane ovunque, regge di lusso, auto sopra la media greca a cui sono abituato, mi continuo a domandare dove diamine siamo capitati. Mai visto cosi tanto lusso, ci sono resort a cinque stelle ovunque. Roba per russi . I greci che vivono a Chios sono molto facoltosi sono quasi tutti ex armatori, uomini di business.

Chios

A camminare in centro a Chios sembra di stare in Montenapoleone a Milano. Ci sono grandi firme, boutique con brand extra UE per le tasche di pochi. Arrivano i turchi a comprare nel weekend. I negozi guadagno talmente tanto che sono aperti solo al mattino e al pomeriggio non aprono. La sera non c'è vita in centro, noi lo scopriamo andandoci e rimanendo come baccalà.

Sembra strano che non abbiano interesse alcuno. L'unica presenza italiana al porto di Chios è la nostra Marina Militare. Sono in missione salvaguardia territorio. Scordatevi la Grecia con la casetta bianco azzurra qui i genovesi e i veneziani l'hanno fatta da padroni.

Ciò che salta all'occhio sono i numerosi Mastiha Shop, resina unica del suo genere che si produce solo a Chios. Ci fanno veramente di tutto: dalla cosmesi alla farmaceutica, dalla cucina alle bevande, per non parlare di caramelle e di tutto ciò che viene in mente. La regione della mastichora è bellissima, verde e con spiagge mozzafiato. La spiaggia di Agia Dinami è un qualcosa di mistico. Vi è un monastero abitato che sorveglia una natura di rara bellezza. È di legge arrivare prestissimo per riuscire a cogliere appieno il senso di spiritualità che trasmette questo posto, un luogo che magicamente prende possesso della tua viso regalandogli un'espressione assolutamente nuova... perché la lucentezza dell'acqua si riflette nei tuoi occhi che - a quel punto - non trovano più pace, perché tutto questo è troppo e perché vederlo attraverso i filtri degli occhiali da sole è quasi una bestemmia, è quasi rinnegare un dono che magicamente viene offerto.
Allora non credi di meritare tanto dalla natura perché tu, lo sai, non la ripaghi con la stessa moneta.

Mastiha

In questa spiaggia non ci sono attrezzature quindi bisogna tornare a cercare vita nell'entroterra, scopriamo così Pyrgi, la città dipinta. Ebbene sì, digitate questo nome e stupitevi. Dipinta tutta interamente a mano con motivi veneziani, è un gioco di intarsi che alla seconda Mythos ti fa cadere per terra. Disegni geometrici in bianco e nero ovunque, chiese, case, negozi, cestini... dappertutto per un cibo da 10 e lode.

Pyrgis

Poi c'è il borgo medioevalo di Mesta, incantevole, un solo bar e pochi abitanti, seduti sull'uscio, curiosi ma non diffidenti, pronti a dare un biscottino ad un rompiscatole come mio figlio. Negozietti di souvenir e due taverne con pochi piatti ma di un'abbondanza e di una bontà da faticare a proseguire il cammino tra sali e scendi.

Mesta

La spiaggia da visitare è quella di Emborios, si chiama Mavra Volia. È caratterizzata da ciottoli neri poiché vulcanica, l'acqua è un brodo e sotto, per via delle caldere, vengono su bollicine di ossigeno piacevoli al massaggio plantare. Però alle 10.30 del mattino il riflesso del nero attira un caldo infernale e non puoi camminare senza ciabatte e non puoi stare sdraiato sul telo, cuoci letteralmente. Visto che si è di strada si può andare a far visita al museo della Mastiha.

Le acque di Chios non fanno eccezioni sono fredde, il meltemi soffia forte fino alla una del pomeriggio poi sparisce.
Una cosa che mi ha strabiliato è stato il sistema di mobilità autobus. Ebbene a Chios vi è un'App da scaricare in cui si trovano gli orari e le fermate dei Bus, un'App che si collega al gps dell'autobus e ti dice in tempo reale dov'è in modo che tu possa arrivare alla fermata sempre in orario oppure, ahimè, arrivare sapendo già che è passato, andata, niente da fare… e con questo hanno vinto su tutto.

Una mattina esco alle 6 come al solito ma nelle mio Crocs c'è un ospite. Una vipera o serpentello poco più lungo di un metro. A piedi nudi lo allontano al di fuori e prendo il manico in legno della scopa, non se ne va anzi morde il bastone, non riesco a distrarlo, mi punta e io non so dove andare, perlopiù a piedi nudi, lo faccio stancare finche non molla il bastone e glielo picchio in testa perbene, si tranquillizza ma non è finito si muove lento, mi dispiace non potevo permettere che passasse sotto la porta, ho dovuto procedere.

Chiusa parentesi greek wild sourvaivor, posso dire che ho combattuto col serpente della dea Medusa.

Riassumendo Chios è bella da cima a fondo. Coste e spiagge stupende, entroterra ricchissimo con oltre 24 villaggi, musei, monasteri chiese imponenti grandi come poche volte ho visto ma sopratutto qui prevale sempre la bellezza di chi la vive. Una bellezza che ti prende subito il cuore, una bellezza che fa di tutto perché non ti possa mancare nulla, una popolazione che ti aiuta sempre e che non lo fa per soldi o per business, lo fa per spirito di fratellanza, perché è così che si fa .

È stata la prima isola dalla quale son venuto via con le lacrime agli occhi, intendiamoci non che dalle altre vengo via ridendo, ma qui mi è sembrato come di aver lasciato qualcosa, sarà un segno che dovrò tornarci ?

Grazie mille Roberto Marotta per questo racconto... E' Roberto, infatti, ad averci guidato alla scoperta emozionale di questa bellissima isola.

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