5 Cose che la Grecia NON HA: ma sarà un bene o un male?

La Grecia ha tutto ma proprio tutto tutto: dalle Maldive alle Seychelles, da Cortina a Madesimo (se non ci credete googlate e troverete paesini di montagna con neve e impianti sciisitici), dallo sport al relax puro.

Questo, almeno, quello che sui Social My Greek Salad ci diciamo sempre parlando un po' in pubblico attraverso commenti e messaggi, un po' in privato via Messenger e BM. Ecco, allora, che oggi vi stupisco con una rivelazione da far accapponare la pelle!

Tra grecate, concezione del tempo sui generis e forma mentis inconfondibilmente ellenica ecco che la Grecia ci stupisce ancora una volta snobbando brutalmente 5 cose + 1 che, per noi italiani, sono importantissime.

A raccontarcele è Alberto Cotrona che, attraverso queste righe, presenta se stesso e queste 5 cose + 1 che, in Grecia, semplicemente non esistono. Lascio quindi la parola a Alberto:

"Ho fatto su e giù tra Italia e Grecia per 12 anni e da inizio 2020 vivo in Grecia, tra Atene e Corfù. Non il periodo migliore per stabilirsi in quella che ho sempre considerato la Terra Promessa, sognandola, desiderandola, sentendone la mancanza in tanti momenti della mia vita italiana. Qui va fatta una specificazione: in quanto meticcio (mezzo veneto, mezzo calabrese), le più grandi differenze e mancanze le ho sempre avvertite in Veneto, dove sono cresciuto, e hanno avuto sempre a che fare con uno degli elementi fondamentali della vita, cioè lo svago. Questo soprattutto in relazione al cibo e alle usanze gastronomiche.

Ma veniamo 5 cose + 1 che, in Grecia, semplicemente non esistono e che devono essere prese in seria considerazione nel caso si scelga di venire a vivere qui.

1 PAUSA PRANZO
Non Araba, ma greca fenice. Forse in un tempo remoto è esistita, forse tornerà, ma per ora risulta incontestabilmente "non pervenuta". La giornata lavorativa inizia a una certa ora della mattinata e finisce a metà pomeriggio. Una volta rincasati si mangia e, in mezzo a tutto ciò, ci può scappare un tostàki (snack mitologico della vita quotidiana greca 2.0) al volo. Non impazzite quindi per imparare a dire in greco “pausa pranzo” perché, appunto, non c’è e non aspettatevi nemmeno di potervi sedere a un tavolo imbandito perché l’orologio dice che si sono fatte le 13.00! Quella, infatti, può rappresentare l’ora del secondo dei quattro-cinque appuntamenti che avrete quel giorno.
Consiglio: imparare ad amare il tostaki, o sandwitchaki. aki - per chi se lo chiedesse - è un suffisso a metà tra il vezzeggiativo e il diminutivo.

2 ORA DI CENA
La cena rappresenta "il momento importante" della routine greca e assomiglia quindi abbastanza alla cena italiana. Per entrambe le culture un momento di aggregazione e di ricongiungimento la cui estrinsecazione, però, si palesa ancora una volta in maniera dicotomica. Mentre noi italiani gestiamo i pasti quasi fossero liturgie religiose (ora, gerarchia dei piatti, “location” scientificamente definiti e pianificati), i greci mangiano – spesso molto bene – semplicemente quando hanno fame riconfermando la loro proverbiale spontaneità anche in questo frangente della vita quotidiana. Non anarchici, badate bene, bensì liberi di vivere senza imposizioni o costrizioni imposte a priori. Può succedere infatti di “cenare” alle 8 di sera così come a mezzanotte; può accadere di trovarsi tutti riuniti religiosamente intorno alla stessa tavola oppure disseminati alla rinfusa modello diaspora.
Consiglio: non dite a qualcuno “ci vediamo a ora di cena” perché, appunto, l'ora di cena non esiste. Formulare in questo modo l'invito significherebbe che: o l'amico si palesa alle sei del pomeriggio quando voi non avete ancora preparato niente, oppure a mezzanotte quando tutto si è raffreddato e voi avete una fame fotonica in quanto, per educazione, non avete toccato cibo in attesa del suddetto amico.

3 APERITIVO
Qui va fatta una piccola premessa. In certe isole e in certi quartieri di tendenza di Atene l'aperitivo è arrivato, ma questo è dovuto soltanto al fatto che l’Italia è ancora (grazie a Zeus e agli Dei tutti) percepita come cool. In generale però l’aperitivo in Grecia non esiste. E pare anche ovvio dato che non esistono nemmeno pranzo e cena definiti in orari fissi. Quando esiste è di nuovo grazie all’Olimpo di cui sopra; quando esiste non è scandito da quelle "regole orarie militaresche" tipiche del Nord Italia. Ciò significa che chiunque arriva all'aperitivo all'ora che vuole, dalle 8 di sera in poi, e che sistematicamente non si sa neanche mai bene a che ora cibo e alcool possano essere disponibili.
Consiglio da veneto trapiantato in Grecia: lo spritz in Grecia parte da 7€ quando va bene e lo chiamano Aperol. Un buon ouzo con mezé viene via a 5 . Fate voi.

4 APERICENA
I Greci hanno inventato parole come democrazia, eros, filosofia, mistero. Noi italiani apericena! Potrei con buona dose di sicurezza annoverare anche l’apericena tra le cose che in Grecia non esistono, ma non garantisco su certi angoli di Kolonaki e Kifissià (per restare ad Atene) o di Mykonos.
Consiglio: meglio in piedi con le mani occupate da bicchieri e piattini o seduti con la parea in pieno araliki (relax – cazzeggio)?

5 CAFFÈ VELOCE
Lo scisma d’Oriente è scattato per molto meno! Più della panna sulla carbonara, più della discussione sulla superiorità tra pizza o souvlaki, più della commestibilità della pasta al dente o della carne cruda… più di tutto, insomma, ciò che differenzia Italia e Grecia è la combo caffè&tempo. Grigora (velocemente) e caffè non solo non stanno nella stessa frase, ma non trovano proprio posto nella stessa galassia. Pame gia kafé (Andiamo a bere un caffè) significa volersi incontrare per raccontarsi le ultime vicissitudini; per dedicarsi l’uno all’altro; per ridere, piangere, scherzare, spettegolare, compatirsi a vicenda, lamentarsi del mondo, dell’Europa, della città (soprattutto se la città è Atene) e della vita in generale. Insomma una cosa tipo 4 ore di caffè invece di quei tre secondi e mezzo (pagamento del caffè incluso) da cui si "esce" con quel sorriso forse malinconico che solo la profondità greca può dare.
Consiglio: non soffermarsi sulla qualità dell’espresso (ammettiamolo, nessuno di noi ha il diploma di sommelier di caffè) ma godersi alla grande e pienamente il tempo e le parole che ci regalano gli amici greci.

6 RISTORATORI DITTATORI
“Scusate stiamo chiudendo” (alle 21.15); “Posso portar via?” (mentre mezza tavolata ha ancora il boccone in bocca); “Mi dispiace la cucina è chiusa” (alle 21.45); “Quante acque naturali avete preso?” (nell’idea di farle pedissequamente pagare TUTTE); “Dei 15 amari, 2 li offre la casa” (servono commenti?); “Allora, no, rifacciamo la comanda, ditemi prima TUTTI i primi, poi TUTTI i secondi, poi TUTTI i contorni” (is it a refettorio militare?); “Il bambino non ha preso nulla, giusto? Bene allora paga solo il coperto” (is it human?): tutte cose realmente accadute nella patria di Dante e nemmeno immaginabili in quella di Omero. Perché il greco, quando è a tavola, si deve solo rilassare e il ristoratore, a fine pasto, ha piacere ad offriti il raki o i loukoumades, il bicchiere della staffa o il dolce fatto dalla nonna... tutto ovviamente in porzioni sfascia-bilancia.
Consiglio: kali orexi!"

7...
La settima cosa che manca in Grecia, democraticamente, la lasciamo aggiungere a voi. Perché la democrazia - come la filosofia, la medicina, la filotimia - l'hanno inventata in Grecia e noi, la democrazia, la rispettiamo.

Grazie mille Albero e... avete già prenotato per partire per la Grecia?

ps: se avete cliccato "solo per sapere" dove si trovano gli isolotti della cover ecco la risposta. Lichadonisia al largo di Evia.

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